CANTICO DEI CANTICI – 7

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1 Vòltati, vòltati, Sulammita,
vòltati, vòltati: vogliamo ammirarti.
Che cosa volete ammirare nella Sulammita
durante la danza a due cori?
2 Come sono belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d’artista.
3 Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino aromatico.
Il tuo ventre è un covone di grano,
circondato da gigli.
4 I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella.
5 Il tuo collo come una torre d’avorio,
i tuoi occhi come le piscine di Chesbon
presso la porta di Bat-Rabbìm,
il tuo naso come la torre del Libano
che guarda verso Damasco.
6 Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come porpora;
un re è tutto preso dalle tue trecce.
7 Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, piena di delizie!
8 La tua statura è slanciata come una palma
e i tuoi seni sembrano grappoli.
9 Ho detto: «Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli di datteri».
Siano per me i tuoi seni come grappoli d’uva
e il tuo respiro come profumo di mele.
10 Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre morbidamente verso di me
e fluisce sulle labbra e sui denti!
11 Io sono del mio amato
e il suo desiderio è verso di me.
12 Vieni, amato mio, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
13 Di buon mattino andremo nelle vigne;
vedremo se germoglia la vite,
se le gemme si schiudono,
se fioriscono i melograni:
là ti darò il mio amore!
14 Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi:
amato mio, li ho conservati per te.

MENHIR – Nugoro feat Federica Gallus, prod. Momak

Sono cresciuto camminando in queste vie
in quartieri e piazze Nuoresi
e a chi mi chiede da dove vengo e chi sono
rispondo che sono Nuorese di Nuoro
MOMAK:
Questa è per Nuoro, madre di ogni canzone che scrivo
di ogni storia che racconto, di ogni bicchiere che bevo,
di ogni rima che chiudo, di ogni base che pesto
della lingua che parlo, della casa dove vivo.
La Nuoro di ieri, quella che mi ha visto crescere,
quella che ho chiuso col lucchetto nel cuore per sempre.
La Nuoro che vanto in ogni posto a voce alta,
madre di chi è nato, pasciuto, cresciuto qui
La Nuoro in inverno nevicata, d’estate bruciata
quella di gente cattiva che gira armata.
Quella che ha conosciuto l’odio ma vuole amore,
quella che è cambiata parecchio da quando ero piccolo
e adesso che apro la finestra di casa e guardo fuori,
penso a lei, come fosse una signora, mi accorgo di
quanto è bella e quanto sono stato fortunato
ad avere questo sangue ed averlo rappresentato.
Questa è per tutte le volte che mi sono sentito fiero
di parlare in sardo con l’accento nuorese
in mezzo agli amici che mi hanno sempre difeso e capito
coi quali mi sono trattenuto con piacere al bar.
Mi accendo una sigaretta, saluto e torno in vicinato,
mi fermo a guardare i murales che hanno dipinto.
La luce dell’alba mi accompagna alla porta,
solo dolci parole per te Grande Madre.
Sono cresciuto camminando in queste vie
in quartieri e piazze Nuoresi
e a chi mi chiede da dove vengo e chi sono
Rispondo che sono Nuorese di Nuoro
KINGAIÈ
Con tutto l’affetto, Nuoro, questa canzone è per te
Per dirti sincero che davvero ti voglio bene!
Te lo devo per i dolci ricordi d’infanzia
che tu mi hai dipinto con i migliori colori che avevi.
Ti ho restituito l’amore e il profondo sentimento
quando ho scritto Nugoro in quell’alto muro di cemento
dove ogni mattina passavo per andare a scuola,
con il walkman acceso e la mia ultima canzone.
I pensieri volano e come acqua del fiume mi trascinano
in quei ricordi di quando vivevo in via mughina,
ero ancora piccolo ma è lì che ho capito